Il pellet è considerato un combustibile “amico” dell’ ambiente perchè ricavato dalla pressatura della segatura, ovvero dallo scarto del legname. E’ catalogato come biomassa. Non vengono abbattuti nuovi alberi per la sua lavorazione, ma si sfrutta materiale di “risulta” di lavorazione del legno.
Un nuovo rapporto però rivela che l’utilizzo del pellet, l’Italia è al primo posto in Europa per consumo nell’ ambito domestico, può accelerare il riscaldamento globale. Le politiche volte a incentivare l’uso di energia verde non sempre sono quindi positive, anzi, in alcuni casi il loro effetto è dubbio e possono anche distruggere la biodiversità e persino uccidere migliaia di persone.
Il legno (o meglio il pellet di legno e altri materiali che fanno parte di biomasse per la combustione come lo sterco animale) è di gran lunga la più significativa fonte di energia rinnovabile.
Sia negli Stati Uniti che nell’UE, la biomassa è una delle principali fonte di energia rinnovabile insieme all’idroelettrico, fotovoltaico ed eolico.
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Ma se nei paesi di primo mondo i legno è utilizzato principalmente per il riscaldamento, nei paesi poveri, circa tre miliardi di persone, cucinano e riscaldano le loro case con legno, sterpi e sterco. Più di quattro milioni muoiono prematuramente ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico indoor.
Eppure, nelle nazioni ricche abbiamo la strana idea che bruciare le biomasse sia “verde” ed eco-compatibile. I governi hanno deliberatamente promosso una maggiore dipendenza dalle biomasse.
Sebbene la maggior parte delle politiche sulle energie rinnovabili trattino la biomassa come se fosse “carbon neutral” dal punto di vista della combustione, in realtà ciò non è vero, in quanto la biomassa emette più carbonio per unità di energia rispetto alla maggior parte dei combustibili fossili.
Solo i residui che altrimenti sarebbero stati bruciati come rifiuti o sarebbero stati lasciati nella foresta e decaduti rapidamente possono essere considerati a emissioni zero nel breve-medio termine.
Il rapporto realizzato critica la visione dei governi e sottolinea come la biomassa come fonte di energia neutra dal punto di vista del carbonio sia un ‘presupposto errato’ che si basa sull’ignorare quelle che sono le emissioni prodotte dalla combustione del legno. Il problema è che la politica dell’Unione europea ha una posizione secondo cui la biomassa non produce CO 2 . “Le emissioni derivanti dal carburante in uso devono essere considerate pari a zero”, afferma una direttiva del 2009 dell’UE” . La rivista New Scientist giustamente definisce questa ipotesi una “truffa” bruciando pellet si libera nell’ aria un quantitativo di CO2 superiore dell‘1,5 rispetto al carbone.
L’unione Europea ha come obiettivo per il 2020 di portare la spesa per le biomasse a 8 miliardi di euro con il 14% dell’energia totale che dovrà provenire da biomassa (legname, oli vegetali, biogas). La maggior parte di questa energia arriverà dalla comustione del legname (700 mila m3 all’anno) da alberi a crescimento rapido come pioppi, eucalipti ed acacie. FONTE.
Tutto ciò sta portando alla riduzione di foreste protette soprattutto in Italia e Slovacchia. Anche gli effetti sulla biodiversità di questa pratica sono preoccupanti. Gli ambientalisti sottolineano che alcuni produttori raccolgono alberi interi, compresi i legni duri provenienti dalle zone di terra, che possono impiegare molto tempo a ricrescere. Un rapporto della Commissione europea ha rilevato che i rischi politici derivanti dal commercio transatlantico di energia del legno includono “perdita di biodiversità, deforestazione e degrado delle foreste“.
L’aumento del consumo di combustibile da biomassa va ben oltre le centrali elettriche e raggiunge le nostre case. I responsabili politici stanno usando sussidi e politiche fiscali per rendere l’energia basata sui combustibili fossili più costosa e il legno e i pellet meno costosi.
Gli Stati nordorientali degli Stati Uniti hanno visto dal 50% al 150% di aumento del legno come fonte principale di riscaldamento dal 2005 . Il Regno Unito sta utilizzando incentivi finanziari per garantire che 700.000 case si convertano al riscaldamento a biomassa e che le caldaie a biomassa vengano sempre più installate per soddisfare il fabbisogno di energia rinnovabile.
Come abbiamo visto su vasta scala nel mondo in via di sviluppo, la combustione di biomassa è tutt’altro che benevola. Anche nel mondo ricco, la legna in fiamme – incoraggiata dall’aumento dei costi energetici delle politiche verdi – sta diventando una delle principali cause di morte. A Praga, il 27% dell’inquinamento atmosferico pericoloso in inverno viene dal fumo della legna; nel sud della Germania può raggiungere il 59%. A Londra, costituisce più del dieci per cento.
L’inquinamento atmosferico all’aperto è la più grande sfida ambientale nel mondo ricco. Il fumo degli incendi boschivi costituisce ora il 10-30 per cento dell’inquinamento atmosferico totale in Europa.
Si stima che in Europa la combustione domestica di legna e biomassa su piccola scala diventerà la fonte principale dell’inquinamento atmosferico particellare più pericoloso entro il 2020. In altre parole, sarà una fonte più grande di inquinamento mortale rispetto alle automobili o all’industria e molto più grande rispetto alla generazione di energia.
Ma nel frattempo, la biomassa è una terribile risposta a breve termine al riscaldamento globale. Occorre quindi cambiare subito politica, incentivare un consumo corrente di energia elettrica sfruttando il fotovoltaico con accumulo, ed organizzando forme di risparmio energetico. Si può produrre acqua calda dal sole sia per uso sanitario che per il riscaldamento, usando tecnologie come quelle del riscaldamento a pavimento.
Durante il summit sul clima di Parigi, l’ex governatore californiano Arnold Schwarzenegger ha affermato che i combustibili fossili causano 19.000 morti ogni giorno . Era lontano. Circa 3.900 morti ogni 24 ore possono essere attribuiti ai combustibili fossili, mentre 11.000 morti al giorno sono causati dalla nostra dipendenza dalla biomassa .
Il problema nasce dal desiderio del governo di passare alle energie rinnovabili prima che siano pronte. Usiamo la biomassa per coprire l’inefficienza di energia fotovoltaica ed eolica, che necessita di energia di riserva quando non c’è sole o vento.
Ho visto tronchi di grandi e sani alberi di faggio buttati dentro una macchina che li ha ridotti in segatura. Suppongo che diventeranno pellets. In Liguria il taglio dei boschi è aumentato molto. Pare non ci siano più regole, tagliano alberi infogliati e non…fuori dai parchi e nei parchi. E in più non piove né nevica nell’entroterra..come si riprenderanno i boschi?! Una tristezza
Se invece di abbattere alberi e deforestare, piantiamo alberi molti molti alberi ,questi ci libererebbero dalla CO2 e dal surriscaldamento globale, abbiamo portato il progresso cementificando asfaltando ,togliendo sempre di più spazio al verde.