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Incentivi fotovoltaico 2025 Ecco quanto si Guadagna

Negli scorsi anni si sono susseguite una serie di agevolazioni che hanno interessato il mondo dell’ edilizia, delle ristrutturazione e del fotovoltaico connesso ad esse. Il famoso superbonus del 110% ha permesso a molte persone di rinnovare completamente il proprio edificio a costo zero. Purtroppo per il 2025 non c’è nulla di nuovo dal punto di vista del 110% per il settore delle rinnovabili.

Dal primo gennaio 2025 fino al 31 dicembre 2025 sono dunque rimaste le “sole” detrazioni fiscali del 50% che interessano qualsiasi impianto fotovoltaico installato in Italia, anche non connesso ad una ristrutturazione edilizia. 

Il beneficio rappresenta un agevolazione fiscale che comporta una detrazione del 50% sull’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), fino a un massimo di 96.000 euro, per recuperare la metà delle spese sostenute nell’installazione di impianti solari. La detrazione, qualora approvata, viene distribuita in 10 rate annuali di pari importo.

Quindi se un impianto fotovoltaico da 6kw costa 10.000 euro, noi possiamo portare in detrazione 5000 euro , ovvero 500 euro l’anno per 10 anni.

Per quanto riguarda i beneficiari e i requisiti, è essenziale soddisfare criteri specifici per accedere e beneficiare del bonus, come per ogni altra agevolazione. I soggetti idonei includono:

    • Il proprietario o il nudo proprietario dell’immobile
    • Il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
    • L’inquilino o il comodatario
    • I soci di cooperative divise e indivise
    • I soci delle società semplici
    • Gli imprenditori individuali, limitatamente a certe categorie di immobili.

Alcuni punti chiave da considerare per verificare i requisiti e assicurare l’accettazione della domanda includono:

All’atto della richiesta di detrazione, l’immobile deve essere esistente, censito o con una richiesta di censimento in corso e regolare con il pagamento di eventuali tasse.
Entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori, è necessario informare l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA) sulle spese sostenute e sulle caratteristiche dell’impianto.

La detrazione è subordinata all’installazione dell’impianto per coprire i bisogni energetici dell’abitazione, ossia per utilizzi domestici, illuminazione e alimentazione di apparecchi elettrici.
Il termine di scadenza per questa agevolazione è fissato al 31 dicembre 2024, richiedendo quindi che l’intera spesa sia completata entro tale data.

Per quanto riguarda la procedura di richiesta del bonus, nel corso degli anni, i requisiti richiesti per ottenere le detrazioni sono stati notevolmente semplificati. In questo caso, è sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e, se i lavori sono eseguiti dal detentore, gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce titolo e gli altri dati necessari per il controllo della detrazione.

È importante ricordare che i pagamenti devono essere effettuati tramite bonifico bancario o postale (anche online), con una causale chiara, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e, se del caso, il codice fiscale o il numero di partita IVA del pagante.

Le spese ammissibili per la detrazione includono la manodopera, la progettazione, l’acquisto dei pannelli, il compenso per la relazione di conformità ai regolamenti vigenti, le spese per perizie e sopralluoghi, l’IVA, l’imposta di bollo e le autorizzazioni.

Un’altra agevolazione nel contesto del fotovoltaico è rappresentata dall’aliquota IVA ridotta al 10% per l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici. Questa aliquota si applica sia ai privati che alle aziende, per componenti finiti o beni forniti per la costruzione dell’impianto, a condizione che l’impianto sia destinato alla produzione e al consumo di energia da fonte rinnovabile.

Per usufruire di questa agevolazione, è sufficiente compilare e sottoscrivere una dichiarazione, da inviare insieme alla conferma d’ordine.

Oltre alle detrazioni fiscali, esiste anche il ritiro dedicato, un meccanismo semplificato promosso dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Questo consente ai produttori di energia fotovoltaica di vendere direttamente al GSE l’energia immessa in rete, ricevendo una remunerazione basata su tariffe specifiche e variabili ogni anno, con un pagamento per ogni kWh ritirato. In pratica, il produttore può evitare il mercato libero, cedendo l’energia al GSE.

Oltre a queste agevolazioni a livello nazionale ci sono quelle regionali che variano da Regione a Regione. Ad esempio la Regione Friuli Venezia Giulia FVG ha messo a disposizione 100 milioni di euro per il 2023 (sono stati esauriti), ma anche per il 2024 ci sono altre decine di milioni che saranno resi disponibili, vedi info.

Le spese ritenute ammissibili comprendono l’acquisto e l’installazione degli impianti, le attività connesse, i sistemi per la gestione dell’energia e la sorveglianza degli impianti, i costi tecnici, le spese di istruttoria e gestione della pratica, nonché gli oneri di sicurezza legati all’intervento, comprensivi dell’IVA.

Gli incentivi contemplati da questo avviso sono erogati a fondo perduto, con un importo massimo pari al 40% del costo complessivo dell’intervento per il quale si richiede l’incentivo, in relazione alle spese ammissibili sostenute a partire dal 1° novembre 2022 e secondo i limiti specificati nelle tabelle dell’articolo 4 del presente avviso, cui si rimanda per ulteriori dettagli su ciascun tipo di intervento. È consigliato consultare le FAQ predisposte.

Per impianti fotovoltaici con una potenza inferiore a 800 W (compresi gli impianti Plug and Play), il costo massimo ammissibile è di 1.720 euro per impianto. In questo caso, si riconosce un incentivo del 40% del costo sostenuto, fino a un massimo di 688 euro.

Per impianti fotovoltaici con una potenza di 800 W o superiore, il costo massimo consentito è di 3.000 euro al kW (per un totale massimo di 18.000 euro). L’incentivo del 40% è riconosciuto nella misura massima di 1.200 euro per kW installato, con un limite di 7.200 euro.

Per i sistemi di accumulo fotovoltaici, il costo massimo ammissibile è di 1.130 euro per kWh installato (per un totale massimo di 13.560 euro). Si riconosce un incentivo del 40%, nella misura massima di 452 euro per kWh installato, con un limite di 5.424 euro.

Nei casi di impianti fotovoltaici soggetti a specifiche prescrizioni da parte di autorità competenti o della Soprintendenza, i limiti sopra indicati sono incrementati del 20% (si prega di fare riferimento all’avviso per dettagli aggiuntivi).

Si torna a parlare di fotovoltaico, nella fattispecie per nuovi impianti o potenziamento di quelli vecchi con potenza inferiore di 1 MW. A distanza quindi di piu’ 10 anni della fine del quinto conto energia ci sarà un sesto conto?

Le cose stanno diversamente perchè il sistema incentivante sarà diverso rispetto al passato. Mentre una volta tutti gli impianti, fino ad arrivare alla copertura massima del fondo previsto dalla legge (poco piú di 6 miliardi di euro per il quinto conto energia esauritosi nel 2013), potevano accedere agli incentivi, questa volta bisogna partecipare ad un’ asta differenziate negli anni 2018, 2019 e 2020. Lo stanziamento del fondo è pari a 5,8 miliardi di euro per anno.

Per il 2023 nell’ ambito dei fondi del PNRR sono stati stanziati degli incentivi per i parchi “agrisolari”. Vedi Gazzetta Ufficiale numero 149 del 28 giugno 2022. Un importo pari ad almeno il 40 per cento delle predette risorse è destinato al finanziamento di progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

C’è anche un bonus fotovoltaico che riguarda il Friuli Venezia Giulia.

 

La documentazione va preparata ed inviata utilizzando i moduli che saranno messi a disposizione sul portale www.gse.it, mentre per quel che riguarda la durata degli incentivi saranno di 20 anni per fotovoltaico, eolico e di 25 o 30 per altri tipi di fonti rinnovabili.

Per i singoli cittadini invece rimangono immutate le detrazioni fiscali del 50% sull’ acquisto di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica anche non legati ad una ristrutturazione

La detrazione e la possibilità di cessione/sconto sono state prorogate al 31 dicembre 2024 (articolo 1 comma 37 lettera b della Legge di Bilancio 2022). vedi fonte: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/agevolazioni/detrazione-riqualificazione-energetica-55-2016/cosa-riqualificazione-55-2016

 

Caratteristiche dei sistemi fotovoltaici che possono accedere agli incentivi

Accedono ai meccanismi di incentivazione, previa partecipazione a procedure pubbliche per la selezione dei progetti da inscrìvere in appositi registri nei limiti di specifici contingenti di potenza, gli impianti a fonti rinnovabili indicati in allegato 1 rientranti nelle seguenti categorie:

      1. impianti di nuova costruzione, integralmente ricostruiti e riattivati, di potenza inferiore a 1 MW;
        b) impianti oggetto di un intervento di potenziamento, qualora la differenza tra il valore della potenza dopo l’intervento e quello della potenza prima dell’intervento sia inferiore a 1 MW;
      2. impianti oggetto di rifacimento di potenza inferiore a 1 MW.
        2. Gli impianti cui al comma 1, di potenza superiore ai valori massimi ivi indicati, accedono ai meccanismi dì incentivazione di cui al presente decreto a seguito di partecipazione a procedure competitive di aste al ribasso per la definizione del livello di incentivazione, nei limiti di contingenti di potenza.
        3. Le procedure di registro e asta di cui ai commi 1 e 2, sono disciplinate, rispettivamente, dal Titolo II e ID del presento decreto e si svolgono in forma telematica nel rispetto dei principi fondamentali di trasparenza, pubblicità, tutela della concorrenza e secondo modalità non discriminatorie.
        4. Gli impianti hanno accesso agli incentivi di cui al presente decreto a condizione che i relativi lavori di realizzazione risultino, dalla comunicazione di inizio lavori trasmessa all’amministrazione competente, avviati dopo l’inserimento in posizione utile nelle graduatorie. D primo periodo non si applica agli impianti che avevano accesso diretto agli incentivi ai sensi dell’articolo 4 del DECRETO 23 giugno 2016, ovvero agli impianti di cui all’articolo 4, comma 6, del medesimo decreto che sono risultati idonei, ma che sono stati iscritti in posizione non utile nei registri aperti ai sensi del decreto 23 giugno 2016.

 

Decreto completo del Ministero dello Sviluppo

Comunità energetiche

Il 2024 sarà l’anno decisivo per le comunità energetiche, che in Italia sono ancora ferme, ma si apprestano a decollare: il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha firmato a dicembre il decreto, dopo l’approvazione europea del 22 novembre.

Ciò significa che cresceranno da meno di 100 a 15-20mila in tre anni, secondo le stime del ministero. Questo salto passa però dalla velocità con cui si definirà il quadro regolatorio, ovvero in che tempi sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo definitivo del decreto e sarà dotato delle regole operative elaborate dal Gse (Gestore servizi energetici), dopo il via libera della Commissione europea.

Il sostegno riservato alle comunità energetiche è composto da una tariffa incentivante fissa per 20 anni, erogabile fino al 31 dicembre 2027, sulla quota parte di energia elettrica condivisa, e da un ulteriore contributo a fondo perduto per la realizzazione degli impianti
rinnovabili in Comuni sotto i 5mila abitanti: 2,2 miliardi di euro di fondi Pnrr, stanziati fino al 30 giugno 2026. Poi ci sono i bandi delle Regioni: ormai in quasi tutta Italia offrono finanziamenti a fondo perduto per le spese di costituzione di una comunità energetica.

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